Sostenibilità
25/01/2021 - 16:31
In accordo con i più importanti standard di settore, nonchè con le recenti normative nazionali ed internazionali, redarre un bilancio di sostenibilità significa condurre una analisi di materialità e pertanto realizzare una matrice.
Ma a cosa serve e che cos’è la matrice di materialità?
Partiamo subito col dire che la matrice di materialità è uno strumento a disposizione delle imprese, utile per il raggiungimento di molteplici ed importanti obiettivi. Grazie ad essa infatti è possibile svolgere attività di:
- rendicontazione, identificando gli aspetti prioritari che saranno inclusi nella dichiarazione non finanziaria;
- monitoraggio, ottenendo una visione di sintesi che permetta la valutazione dei processi aziendali e la misurazione di eventuali rischi e nuove opportunità;
- innovazione, fornendo indicazioni riguardo ad eventuali trend e programmando cambiamenti o accelerazioni rispetto a nuove attività - inclusa l’integrazione del piano di sostenibilità nella strategia aziendale;
- creazione di valore condiviso, sviluppando progetti e politiche condivise che rafforzino le relazioni con i portatori di interesse e ne influenzino i giudizi.
Frutto di un vero e proprio processo di analisi, la materiality matrix altro non è che una rappresentazione grafica delle tematiche rilevanti ai fini ESG (governance, sociali e ambientali). Queste ultime, sono i driver di natura non finanziaria con cui ogni organizzazione si deve confrontare; sono difficilmente generalizzabili in quanto per ciascun azienda si analizzeranno quelle più aderenti al proprio modello di business e al settore di appartenenza.
Secondo il principio di materialità l’analisi risulta essere tanto più efficace quanto più contiene e sviluppa i temi ritenuti “materiali”, ovvero significativi, dagli stakeholder dell’azienda.
Eppure, in un contesto in cui ogni giorno di più l’ascolto e il confronto con i propri interlocutori diventano elementi competitivi e strategici, molte aziende registrano delle criticità nella determinazione della materialità.
Condurre questo tipo di analisi, infatti, spesso rappresenta uno sforzo in termini di tempo e risorse. Molte organizzazioni, ad esempio, trovano difficoltà nell’individuazione dei giusti interlocutori o nella costruzione del dialogo con essi, altre imprese hanno problemi a rappresentare la velocità del cambiamento delle tematiche. Ci sono poi le aziende che non riescono a dare la giusta risonanza ai propri report di sostenibilità o bilanci che risultano essere poco chiari o molto auto-referenziali.
E allora come fare?
Allora, oggi più che mai, diventa indispensabile metter da parte le vecchie consuetudini, prediligendo una comunicazione agile ed efficace. Bisognerebbe abbandonare i pesanti file a cui siamo stati abituati, a favore di modalità di diffusione più smart. Le persone dovrebbero poter lavorare disponendo di strumenti che gli permettano di svolgere le proprie mansioni in maniera comoda ed efficiente, nonchè di ridurre i tempi ed eliminare le distanze. Infine, è necessario raccontare una storia reale e autentica, mettendo in risalto le sfide ambiziose che riguardano il futuro e gli impatti sociali che ne derivano.
Possiamo quindi definire che una efficace analisi di materialità sia quella in cui evolvono i tempi e i modi di produzione. Quella in cui le informazioni in essa contenute siano più fluide, immediate, tempestive e parcellizzate. Occorre raccontare i risultati di quello che si sta facendo, mentre lo si sta facendo e non una volta l'anno. Magari con una maggiore approssimazione, in prima battuta, ma sicuramente con maggiore tempestività. E occorre farlo laddove gli stakeholder a cui ci si rivolge vanno a discutere o a cercare le informazioni di loro interesse.
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